Ultime notizie dalla Corte di Cassazione. Ordinanza 8/7/2024 N.18506: rinuncia all'attività professionale e assegno divorzile.
- Dott.ssa Enrichetta Proverbio
- 20 ott 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 24 ott 2024
Novità nella determinazione dell'assegno divorzile. Rinuncia alla carriera: valorizzazione
Lavoro domestico: valorizzazione
Con l'ordinanza n. 18506 dell'8/7/2024 la Corte di Cassazione ha introdotto un'importante novità nella individuazione dei criteri per la denominazione dell'assegno divorzile, ponendo il focus sulla rinuncia professionale fatta da un coniuge per il benessere della famiglia.
La Corte ha affermato che, oltre alle già riconosciute funzioni assistenziali, compensative e perequative dell'assegno divorzile, il contributo fornito da un coniuge anche attraverso la rinuncia alla carriera deve essere debitamente valorizzato.
Detta rinuncia all'attività professionale assurge finalmente alla debita rilevanza: finalmente si assiste al riconoscimento del sacrificio - troppo spesso sottovalutato - delle aspettative professionali, finalizzato al benessere familiare.
Questo sacrificio viene riconosciuto apertis verbis come contributo significativo al patrimonio familiare e personale dell'altro coniuge.
Le rinunce conseguenti, se maturate da esigenze familiari e condivise, debbono essere considerate per la determinazione dell'assegno divorzile.
Ciò in quanto l'assegno divorzile non è solo una misura assistenziale per garantire al coniuge più debole un sostegno economico, ma ha anche lo scopo di compensare i sacrifici fatti durante il matrimonio come - appunto - la scelta di rinunciare alla propria carriera.
La Corte ha stabilito i seguenti requisiti per il riconoscimento dell'assegno legato alle rinunce professionali: il nesso causale tra la rinuncia e le esigenze familiari (stretta connessione); condivisione della scelta tra i coniugi come espressione del principio di solidarietà coniugale; incremento del patrimonio nel senso che la rinuncia deve aver comportato un aumento del patrimonio familiare o dell'altro coniuge.
Non è chi non veda come il provvedimento in commento introduca un altro elemento di novità: il riconoscimento che il lavoro domestico e di cura - pur non retribuito - costituisce un contributo economico indiretto di gran valore per la famiglia.
Consegue che questo tipo di lavoro, spesso svolto dal coniuge economicamente più debole, è ora formalmente considerato ai fini della determinazione dell'assegno.
Un altro passo avanti nella giustizia familiare!
In pratica dovrà essere fornita dai difensori la documentazione dettagliata relativa alle rinunce professionali nonché al contributo economico indiretto fornito al fine di garantire che tali elementi vengano adeguatamente considerati.
Il Giudice quindi sarà chiamato a valutare non solo il reddito e il patrimonio ma anche i sacrifici fatti durante il matrimonio.
L'ordinanza n. 18506/2024 della Corte di Cassazione ha un gran rilievo nel riconoscimento delle rinunce professionali e quindi nell'equa valutazione - a cui il Giudice di merito è chiamato - del contributo fornito da ciascun coniuge durante il matrimonio.
Le scelte di vita compiute durante il matrimonio non possono più rischiare di essere ignorate.
Dr.ssa Avv. Enrichetta Proverbio
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