Ordinanza Corte di Cassazione Sez. I 4/4/2024 n. 8892
- Dott.ssa Enrichetta Proverbio
- 15 dic 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Il figlio maggiorenne percettore di NASpI ha diritto al mantenimento? Risposta negativa
La cessazione del rapporto di lavoro non determina la reviviscenza dell'obbligo del mantenimento.

La Corte di Cassazione, Sez I, con l'ordinanza 4/4/2024 n. 8892 afferma che la cessazione del rapporto di lavoro non determina la reviviscenza dell'obbligo di mantenimento.
Secondo i giudici di legittimità la sentenza gravata aveva errato nell'aver escluso il raggiungimento dell'indipendenza economica di una figlia solo sulla base dalla cessazione del rapporto di lavoro a tempo determinato e senza aver attribuito rilievo alla percezione del sussidio pubblico (NASpI).
Un contratto di lavoro a tempo determinato infatti può rappresentare un indicatore di capacità del figlio di procurarsi una fonte di reddito: il venir meno dell'occupazione non fa rivivere il suddetto obbligo in capo al genitore .
Tre premesse.
1) Occorre comunque precisare che il raggiungimento dell'autosufficienza economica non è sempre dimostrato dallo svolgimento di qualsiasi tipo di attività lavorativa a tempo determinato, atteso che l'indipendenza reddituale può essere esclusa in caso di rapporto di breve durata o per la ridotta retribuzione.
2) Occorre ricordare che la giurisprudenza è costante nell'affermare che l'obbligo dei genitori non possa protrarsi sine die e che essi siano tenuti a mantenere il figlio maggiorenne per il tempo necessario al reperimento di un'occupazione, ma la ricerca del lavoro deve avvenire contemperando l'aspirazione astratta del ragazzo con il concreto mercato del lavoro.
3) Infine. Occorre ricordare il principio sancito dalla Cassazione secondo cui il figlio adulto non può soddisfare l'esigenza di una vita dignitosa, alla cui realizzazione ogni giovane adulto deve aspirare, mediante l'attuazione dell'obbligo di mantenimento del genitore, bensì attraverso i diversi strumenti d'ausilio di dimensione sociale, finalizzati ad assicurare sostegno al reddito ( Cassazione 29264/2022).
La Suprema Corte pertanto così sentenzia sul punto in esame.
La portata dell'obbligo di mantenimento è circoscritta dal principio di autoresponsabilità in quanto vanno considerati i doveri gravanti sui figli adulti : "La pienezza della scelta esistenziale personale deve pur fare i conti nel bilanciamento con le libertà e diritti altrui di pari dignità" (Cass. 17183/2020).
Non è giustificabile che un figlio, ormai adulto, rimanga disoccupato nell'attesa di un lavoro che sia equivalente a quello desiderato: doveroso contemperamento tra l'aspirazione astratta del ragazzo con il concreto mercato del lavoro (Cass. 26875/2023).
La Cassazione in esame riconosce espressamente che la giurisprudenza ha ritenuto che lo svolgimento un attività retribuita benché svolta in forza di un contratto a tempo determinato possa rappresentare elemento indicatore della capacità di un figlio di procurarsi fonte di reddito.
Pertanto la cessazione del rapporto di lavoro (o il cattivo andamento dello stesso) non determina la reviviscenza dell'obbligo di mantenimento.
Nel caso di fruizione del sussidio NASpI (Nuova Assicurazione sociale per l'impiego) , cioè di un'indennità mensile di disoccupazione erogata su richiesta dell'interessato e spettante ai soggetti con rapporto di lavoro subordinato che abbiano perduto involontariamente l'occupazione (art. 1 d.lgs 22/2015), essa costituisce un elemento oggettivamente dimostrativo di una astrattamente idonea autosufficienza economica: ciò esclude la rinascita dell'obbligo di mantenimento in capo al genitore in seguito alla cessazione del lavoro per scadenza del termine, sempre che - ovviamente - non sussistano elementi di segno contrario.
Concludendo.
La Suprema Corte di Cassazione ha accolto il motivo di doglianza portato alla Sua attenzione in relazione all'obbligo di mantenimento per la figlia maggiorenne ritenendo errata la sentenza della Corte d'Appello gravata.
Va attribuito rilievo alla percezione della NASpI e la mancata valutazione di questo elemento comporta l'accoglimento del ricorso "per violazione delle regulae elaborate da questa Corte in tema di assegno a favore dei figli maggiorenni in sede di regolazione della crisi familiare".
Dr.ssa Avv. Enrichetta Proverbio
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